LA CAPSULITE ADESIVA DELLA SPALLA (spalla congelata): terapie e tempi di guarigione
La spalla è l’articolazione più complessa del corpo umano: 5 Articolazioni, più di 20 muscoli motori principali e relative strutture connesse, 6 legamenti. La sua struttura complessa da un lato garantisce ampia mobilità, dall’altro ne tutela la stabilità. Ma proprio per questo qualunque squilibrio può portare a deficit di stabilità, lassità dei legamenti e della capsula articolare, ma anche a lesioni di legamenti e di muscoli, generare artrosi nel tempo o creare deficit recuperabili solo chirurgicamente.
Una delle patologie più dolorose e invalidanti, che colpisce soprattutto le donne, nella fascia d’età dai 40 ai 60 anni è la CAPSULITE ADESIVA, detta anche spalla congelata, caratterizzata da dolore e rigidità progressiva.
La capsula articolare della spalla è una struttura di tessuto connettivale che avvolge e unisce omero e scapola. Quando si infiamma, si va incontro ad una limitazione dei movimenti su tutti i piani e in particolare nel movimento di extrarotazione.
La capsulite si definisce “primaria idiopatica” quando si tratta di un processo infiammatorio con ispessimento retrazione e fibrosi, e limitazione passiva dei movimenti gleno-omerali, da causa non riconosciuta.
La capsulite si definisce invece “spalla rigida post-traumatica”o “secondaria” quando si manifesta dopo un evento traumatico, o un intervento chirurgico o un processo patologico, che coinvolge anche i tessuti omero-scapolari
La progressione della malattia conosce tre fasi:
- Fase dolorosa con rigidità progressiva (2-9 mesi)
- Fase della rigidità : diminuisce il dolore ma aumenta la rigidità (3-12 mesi)
- Fase della risoluzione o „Scongelamento“ ( dai 9 mesi )
TRATTAMENTO
Non vi è alcuna strategia di prevenzione nota per questo tipo di patologia. Il trattamento prevede una strategia ad ampio raggio che in base alla fase della patologia, tenda al controllo del dolore, anche con l’aiuto di farmaci e di terapie fisiche che indicherà il medico specialista, e a contrastare la progressiva rigidità, mediante esercizi di allungamento per recuperare l’elasticità tissutale e mobilizzazioni passive, sia a secco che in acqua.